Ciao a tutti! Sono operatore olistico e insegnante yoga da alcuni anni, e vorrei parlarvi della mia esperienza con queste discipline che hanno la possibilità di dare salute e serenità alle persone, e della possibile integrazione tra di loro. Mi ero avvicinato allo yoga una prima volta nel ’98, ma probabilmente non era il momento giusto e smisi dopo alcuni mesi (all’epoca avevo dato la colpa all’insegnante che non mi piaceva e al tipo di yoga molto “duro” per il mal di schiena di cui soffrivo). Di nuovo ci riprovai nel 2004, nel frattempo al mal di schiena sempre forte e presente si erano aggiunti problemi intenstinali con dolori fortissimi, che mi costringevano a convivere con molte limitazioni alimentari e parecchi farmaci. Devo dire che in famiglia avevamo sempre fatto poco uso di farmaci, già quando ero piccolo mia mamma si documentava e leggeva e utilizzava prodotti erboristici e si interessava di macrobiotica, e anche io sono cresciuto con una certa antipatia per i farmaci e ho quindi sempre cercato di usarli il meno possibile e soprattutto di non abusarne, preferendo i rimedi naturali. Ma con i problemi all'intestino e alla schiena di cui soffrivo non riuscivo proprio a farne a meno, e i medici a cui mi ero rivolto non facevano altro che prescrivermi farmaci, quindi per alleviare i dolori e riuscire a lavorare e dormire e mangiare qualcosa ne prendevo quotidianamente e ad un certo punto mi resi conto che iniziavo forse ad abusarne, o comunque ad usarne tanti essendo da sempre abituato ad utilizzarli poco o quasi niente. E che il problema restava. Soprattutto sentivo che non era quella la soluzione, già in passato mi ero avvicinato ad alcune discipline olistiche (agopuntura, pranoterapia e shiatsu) e avevo provato a praticare yoga, e sentivo fortemente che quella poteva essere una possibile Via verso la guarigione. Un approccio olistico ed energetico. Ma anche nel 2004 non era ancora il momento giusto, iniziai e praticai solo per alcuni mesi. E di nuovo davo la colpa a varie cose, all’insegnante, allo stress dato dal lavoro e al poco tempo che mi restava, e così anche questa volta dopo pochi mesi smisi di praticare e continuai con i miei problemi di schiena e di pancia, e devo dire che i dolori a volte erano veramente molto forti, anche costringendomi in piena notte ad andare al pronto soccorso dolorante e spaventato. La mia non era ancora classificabile tra le malattie gravi, ma constatavo un lento e costante peggioramento e non escludo che sarebbe potuta diventarlo, se non avessi trovato altre soluzioni.

Vi risparmio i dettagli, dico solo che dopo altri 2 anni la cosa peggiorava sempre più e forse fu proprio per quello che avvertii forte la spinta a prendere in mano la situazione, sempre con la sensazione che con lo yoga avrei potuto avere molti benefici. Così iniziai a praticare con costanza quasi quotidiana fin da subito, anche agevolato dal fatto di aver incontrato una insegnante che letteralmente mi fece innamorare di questa disciplina. O semplicemente ero pronto ed era arrivato il momento giusto, in quel periodo sentii per la prima volta il termine “resilienza” e pensai si trattasse proprio di quello. La resilienza è quella forza interiore che abbiamo e che, nonostante siamo feriti e in qualche modo abbiamo toccato il fondo, ci consideriamo non vittime ma utilizzatori delle nostre risorse, e facciamo il possibile per recuperare le forze necessarie per affrontare il futuro con speranza e ottimismo. E’ la capacità di superare le difficoltà con elasticità, energia, vitalità, ingegnosità. Fin da subito, dopo un paio di mesi di yoga costante 4 o 5 o anche 6 volte la settimana, mi sentii decisamente meglio e quello naturalmente mi spronò a continuare su quella strada.

Dopo circa 3 anni di pratica intensa la mia salute era decisamente migliorata, i farmaci li avevo quasi abbandonati anche se devo dire che saltuariamente ne facevo uso non avendo risolto tutto in modo veramente definitivo. Alcuni aspetti lavorativi stressanti erano rimasti e mi impedivano di trovare una vera serenità interiore, necessaria per ritrovare la salute.

Poi, intorno al 2010, iniziai più o meno in contemporanea a studiare medicina cinese frequentando una scuola sulla digitopressione Jin Shin Do®, e venni a conoscenza del Reiki. O meglio, decisi di volermi avvicinare al Reiki avendone spesso sentito parlare e letto. Avevo sempre più fiducia nelle discipline olistiche. Cercai in internet una scuola o un corso per avere alcune informazioni, e vidi che proprio la settimana successiva si teneva un primo livello vicino a casa mia, chiamai per informazioni e mi rispose Chiara e fu una di quella cose per cui è difficile trovare una spiegazione razionale, semplicemente in una frazione di secondo “sentii” che dovevo iscrivermi e iniziare quel percorso. E così feci, durante la giornata del 1° livello devo dire che non sentii niente di particolare a livello fisico, però sentivo fortemente che era una cosa che poteva aiutarmi a ritrovare serenità, poteva aiutarmi ad abbandonare le preoccupazioni e lo stress in cui mi sentivo ancora immerso.

Nel Reiki ci sono 5 precetti, diciamo dei principi a cui atteneri se vogliamo veramente che il Reiki abbia tutto il suo effetto positivo, e sono (Solo per oggi, cioè vivi sempre più nel presente, nel qui e ora): Non arrabbiarti - Non preoccuparti - Vivi con gratitudine - Lavora diligentemente - Sii gentile con gli altri - Il “Non preoccuparti" era quello su cui sentivo di dover maggiormente lavorare in quel momento, anche se tutti rivestono naturalmente una grande importanza; li avevo scritti tutti e tenuti sul comodino penso per un anno o più per averli sempre sott’occhio e non dimenticarmene e farli sempre più entrare nella mia vita, . Ho fatto entrare il Reiki nella mia vita di tutti i giorni, cercando di “vivere” in sintonia con i precetti e farli diventare un atteggiamento spontaneo, un modo di vivere. Dopo il primo livello i 21 giorni di autotrattamenti sono stati molto intensi, ho provato quella che viene chiamata una “crisi di guarigione”, sono tornati a galla dolori e tensioni che si alternavano con giornate di vero benessere. E poi sono stato sempre meglio. Ho ripetuto altre due volte il 1° livello, quindi ho fatto 3 volte il 2° e due volte il 3°, e più passava il tempo e avanzavo nel cammino e più mi sentivo bene, i dolori sono gradualmente scomparsi e già dopo la prima volta del 1° livello non ho più preso farmaci. E non ne prendo più da allora. Stavo contestualmente facendo anche tanto yoga (compreso un corso di formazione per insegnanti), e seguendo il corso di Jin Shin Do® ricevevo tanti trattamenti con un lavoro di ri-equilibrio sui Meridiani. Praticavo tanto Reiki, facevo trattamenti a parenti e amici e iniziarono ad esserci i primi clienti, quindi decisi di fare anche il corso insegnanti per diffonderlo sempre più e iniziare, insieme alle altre discipline, a farlo diventare un lavoro. Sicuramente tutte queste cose sinergicamente hanno lavorato per farmi stare sempre meglio, però devo proprio riconoscere che dal primo livello in poi con il Reiki ho avvertito una gran differenza, mi sentivo sempre più sereno lasciando andare molte tensioni mentali, ho iniziato con costanza a meditare, mi ha aiutato ad avere un nuovo approccio nei confronti di quelle cose che prima mi stressavano e preoccupavano, e questa ritrovata serenità è sicuramente di grande aiuto anche per essere più lucidi e consapevoli nelle scelte. Il Reiki, lo yoga, la meditazione, le altre discipline olistiche che sto praticando (sono oparatore Jin Shin Do® e Shiatsu) ormai sono diventati la mia vita e il mio lavoro, sono percorsi di ricerca spirituale che ben si integrano tra di loro. La spiritualità ha svariate interpretazioni. Il suo significato più semplice, secondo me, è il concetto che oltre alla materia tangibile esista un livello spirituale di esistenza dal quale la materia tragga vita. Il cammino spirituale è un percorso che presenta una ricerca soggettiva a qualcosa di più alto della materialità. Per cammino spirituale si può intendere un percorso di breve durata, finalizzato ad un obiettivo specifico, o tutta una vita. Ogni avvenimento della vita può diventare parte di questo cammino, ma in particolare vi si possono inserire alcune tappe o momenti significativi, come ad esempio la pratica di varie discipline. La spiritualità può anche essere vista come un processo di crescita interiore, e alla manifestazione di questo risultato nell’esperienza della vita di tutti i giorni. Personalmente praticare e vivere insieme lo yoga e il Reiki ha portato, e continua a portare, sempre più equilibrio e centratura nel quotidiano e sempre più serenità e pace interiore. Ci si sente in pace col mondo e con sé stessi, e si può veramente ambire a raggiungere un ottimo stato di salute psico-fisica generale. Trovo continuamente persone molto scettiche, l’unica cosa che posso suggerire è di provare a non esserlo prima di aver provato su di sé questa, ma anche altre, discipline olistiche, che potrebbero veramente essere una possibile soluzione a tanti problemi, a condizione che si pratichino con serietà e dedizione. E se nell’approcciarsi a queste discipline ci saranno impegno, passione e costanza i risultati non tarderanno a farsi sentire.

Nella mia scuola insegno Anukalana® yoga, è un nuovo approccio allo yoga un po’ diverso rispetto agli yoga più tradizionali. La scelta di questo yoga rispetto ad altri è molto soggettiva, esistono molti modi di praticare lo yoga e stanno sempre più aumentando le aperture di nuove scuole che aumentano la proposta dei vari metodi, ed è giusto e bello che sia così. Ognuno di noi è diverso e sceglierà il tipo di yoga che più si addice al proprio fisico ma anche alla propria personalità e ai propri desideri, quindi a ciò che si cerca nello yoga. Anukalana® significa integrazione, è un modo di praticare la disciplina dello Yoga che si basa sull’ integrazione di aspetti tradizionali antichi e moderni, ha voluto integrare antiche conoscenze dello yoga con nuove conoscenze del corpo umano e della mente, ma anche principi di thai chi, di Qi Gong e di arti marziali, e secondo me questo tipo di approccio ben si integra anche con gli aspetti spirituale ed energetico del Reiki, e con il significato profondo trasmesso dai precetti del Reiki. Lo yoga non significa solo asana (posizioni), ma nel cammino dello yogi dovrebbero essere ben presenti anche le “osservanze”, gli otto passi dello yoga, i comportamenti da tenere nei confronti di sé stessi e del mondo in cui viviamo. Quindi vivendo il Reiki anche secondo i 5 precetti, cercando sempre più di farli entrare nella propria vita di tutti i giorni, automaticamente ci si avvicinerà con meno sforzo anche a ciò che dicono gli otto passi dello yoga, il primo dei quali è Yama, che significa vivere la non violenza, vivere nella verità, il non rubare, la non avidità e la moderazione, il secondo è Nyama, che sono un lavoro di purificazione fisica, mentale, energetica e spirituale su sé stessi, Tutto questo è ben riassunto nel “Non arrabbiarsi”, “Non preoccuparsi”, “Vivere con gratitudine”, “Lavorare diligentemente”, “Essere gentili” del Reiki. Ma anche Dharana e Dhyana, la concentrazione e la meditazione, che praticando quotidianamente la meditazione Gassho arriveranno con più facilità in modo quasi naturale.

“Solo per oggi”, "Qui ed ora”

Come dicono il Reiki e lo Yoga, vivere sempre di più e con maggior consapevolezza il momento presente.


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