Il mio nome è Nadia Petrillo, sono nata a Polla (Sa) il 21/02/1977 e cresciuta in Germania da quando avevo 8 mesi, precisamente a Stoccarda, dove ho vissuto una favola nel verde fino ai 24 anni con i miei fantastici genitori Costanzo e Rosa Petrillo.

All'età di 14 anni una nota casa discografica, la Sony Music di Francoforte, mi offrì un contratto discografico, mi sentii lusingata e tanto emozionata, ma siccome ero troppo piccola mi venne paura al solo pensiero di affrontare un sogno cosi grande, e quindi in accordo con i miei rifiutammo la proposta.

Ho continuato gli studi frequentando le migliori scuole e chiudendo sempre l’anno scolastico con il massimo dei voti, mi diplomai come infermiera e successivamente andai all’università dove scelsi la facoltà di Medicina; feci 2 anni a Stoccarda e due anni a Novara perché i miei avevano deciso di tornare in Italia.

Tra una cosa e l 'altra partecipavo a dei concorsi di canto in Germania che puntualmente vincevo. Quando arrivai in Italia mi sentii un pesce fuor d’acqua, pur amando tanto la mia terra mi mancava dove ero cresciuta e soprattutto le mie amiche, ma andavo comunque avanti tra le lacrime impegnandomi negli studi di Medicina e non era per niente facile.

Dopo 2 anni, capii che quella non era la mia strada anche se ero piuttosto brava, sono troppo sensibile per fare il Medico, i miei non erano molto entusiasti visto che mancava poco alla laurea ma siccome mi amavano tanto mi capirono. Poi finalmente ho capito che c'era solo un’unica strada per me, il canto e il ballo, dove avrei potuto far uscire la vera Nadia, naturalmente in un Accademia di musical.

Ero la ragazza più felice del mondo, infatti anche gli Insegnanti erano entusiasti di me scegliendomi quasi sempre come protagonista. Feci il mio saggio finale alla Scala di Milano, per me il teatro più bello del mondo; quella sera avevo un mix di emozioni che mi bloccò letteralmente dietro le quinte. La mia insegnante mi spinse con tutta la sua forza sul palco.

Il palco della Scala mi faceva tremare le gambe, vidi mia madre bella come il sole in prima fila e la paura svanì, andò talmente bene che ci chiesero di esibirci anche il giorno dopo.

Mia madre era la donna più orgogliosa al mondo ed io strafelice per me, che avevo un po' sconfitto la mia timidezza, ma soprattutto di vedere mia madre così soddisfatta!

Avevo un po' ricambiato tutti i loro sacrifici. Poi arrivò uno dei momenti più difficili per me, la malattia di mia madre; un male incurabile se la portò via in pochi mesi lasciando me e mio padre nello sconforto totale. Non ci volevo credere e non cercavo aiuto, pur avendo due sorelle ed un fratello molto più grandi di me con cui non sono mai andata d'accordo.

Due mondi diversi che non si incontreranno mai, anche se ci ho sempre provato e ci sono stata sempre male a non avere un rapporto come gli altri con la propria famiglia. Quindi ci unimmo io e mio padre più che mai per darci forza nella nostra disperazione.

Poi ho conosciuto il mio ragazzo che è un fisarmonicista straordinario, da questo amore è nato il mio splendido bambino che ora ha 7 anni ed io sono pazza di lui, grazie a loro e alla musica ho potuto sopportare il mio secondo momento drammatico, la morte di mio padre il mio primo amore, stessa cosa un male incurabile. Me lo sono curato fino alla fine rinunciando a tante super proposte nel mondo della musica, ma non me ne sono mai pentita, un giorno con mio padre vale tutto il resto.

Il canto e il ballo fanno parte di me come un organo vitale senza cui non vivrei, anche grazie a questo talento naturale mi sono salvata dalla depressione. Tutto svanisce, tutto il brutto e anche io, rimane solo la magia delle note che attraversa la mia anima.

Se tutto va bene a breve apriremo il nostro lounge bar, dove in parte potrò esprimere il mio talento. Ecco, sono arrivata alla fine della mia biografia, almeno fino adesso, anche se sono sicura che avrò ancora tanto da scrivere e spero con tutta me stessa anche di Sanremo Discovery.


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