Balkan dream

                   BALKAN DREAM

   Diventare…un fascio d’erba negli anfratti tra le rocce, sui monti Rodope, trasformarmi…in un arbusto, disseminato tra i tanti, là, nel ruvido arboreo dei Balcani, indossare…l’abito di una rosa bulgara, creatura modesta vellutata dell’Est, confondermi…filo di paglia fra gli innumerevoli, a comporre fasci covoni balle, punteggianti in spazi giallopieni per distese di girasoli, su pianure di Valacchia e di Moldavia, incarnarmi in frescure gelate di una cascata, salto di fiume del Kosovo, essere…legno di tronco d’inverno innevato e a primavera gratificato risalito da scoiattoli in Erzegovina…

     E dell’oltre e dell’altro, umanizzato dal mio essere, io librato a sfiorare gli umori sensi essenze rumori gioie-timori, le lande degli avi materni, per lenire stemperare gli scoppiettii delle fiamme dei tormenti che occupano la parte di me anima slava…

     Desiderare…desiderare…desiderare, autentico svanimento, il depersonarmi, l’inguainarmi nel grembo della natura, per sentire il calore del sole, Macedone Skipetaro, Bosniaco, Ellenico, universale, che mi riscaldi il cuore e lo protegga dalle gelide lame delle angosce…Lasciarmi…abbandonato lasciarmi…sfiorare colpire dal vento di Vukovar Mostar Tuzla Timisoara e miriade di paesi, passante vivo lieve o forte, geografia che mi faccia dono di carezze e benessere sferzante…

     Morire…morire un po’ meno, confortato a cavalcioni su un giorno-acqua che scorre, volume tempo calmo e pieno nel suo alveo Danubiano…

       Questo vorrei, per incredibile trasfigurazione, anche solo pochi attimi, in estatica trascendenza volando, vorrei…immerso dentro un sogno…perché gioirei...ad occhi attoniti di bimbo Panslavo, attraverso il cielo sovrastante i palpiti di quella penisola in discesa, calata verso un vicino connubio Eurorientale…

       E forse riuscirei…riuscirei così ad amare…amare il mondo.  

                                         Carlo Giarletta