“ Pavana per un drogato morituro “

 

     L’uomo in spasmodica attesa sul marciapiede guardava le automobili che venivano nella sua direzione. La sua fremente speranza moriva nel passaggio di tante ruote indesiderate per poi rinascere, ancor più fremente, nel sopraggiungere di altre coppie di fari. In cielo, intanto, una tempesta di nuvole nere soffocava gli aneliti di luce delle stelle ed il coltello vivo dei fulmini cercava vittime nel suo attimo di bruciante discesa. Dopo un’eternità durata alcuni minuti arrivò l’auto del Messia-Spacciatore e l’uomo-vittima si gettò ad abbracciargli le ginocchia. Poi, rialzatosi, pagò il consueto corrispettivo al Redentore-Porta-Eroina e corse via. Appena fu giunto nel suo Vicolo-Rifugio, si appoggiò ad un muro e bucò repentinamente il proprio braccio, incurante della pioggia che cadeva ormai fitta. Ancora una volta il fantasma dell’Uomo-Vittima si fregò le mani per il piacere. Lo Spettro aveva fatto un nuovo punto, determinante, al Flipper dell’Autodistruzione: la vittima imminente non gli sarebbe di certo sfuggita.

(Carlo Giarletta – marzo 1979)


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