CARLO GIARLETTA

                                       “ INCOMPATIBILI “

                                 CORTO TEATRALE

 

Personaggi: Carlo

                       Barbara

                  

 

 

   Una sera di maggio dell’anno duemilaundici Carlo sta da solo nel soggiorno di casa sua. In fondo alla stanza c’è una porta finestra senza tende, sulle pareti delle riproduzioni di opere di arte moderna. Lo spazio laterale destro, dove si trova la porta d’ingresso, è occupato dalla “conversazione”, costituita da tre poltroncine che circondano un tavolino in vetro; dalla parte opposta, lo spazio è occupato da tre sedie ed un mobiletto sul quale è appoggiato un computer portatile . Carte sparse, lattine di bibite, cannucce ed una scatola di cartone con dei pezzetti di pizza sono disseminate sul pavimento. L’uomo, sui trentacinque anni, di statura media, magro ma abbastanza in carne, capelli lunghi, castani come gli occhi, è seduto di spalle all’ingresso e sta usando il computer da perfetto maniaco dell’informatica ed in particolare dei videogiochi. Veste con jeans, canotta e scarpe da riposo. Ogni tanto sobbalza e fa smorfie. Parla a sé stesso, ma a voce alta: - Aspetta, mi faccio una scorrazzata a Dubai, così mi compro un set di skylines.

   E’ uno spirito bizzarro che nutre un ombroso amor di sé e lavora nel campo della ricerca ingegneristica, ma soltanto con contratti a progetto. Il piccolo appartamento in cui abita è in comproprietà con la sua compagna. Lo stanno pagando con un mutuo, intestato soltanto alla donna perché è lei che ha un’occupazione stabile da segretaria d’azienda. Spesso l’uomo fa uso di sostanze dopanti e droghe leggere e questo si evince da certi suoi atteggiamenti ed umori.        Entra Barbara, la compagna di Carlo, una donna di ventinove anni dai capelli biondi, corti, molto carina. Indossa una camicetta azzurro chiaro in jeans, una gonna scura e delle scarpe primaverili a tacco basso. E’ snella, ha un fisico slanciato anche se la sua altezza non supera il metro e settanta. I suoi occhi chiari denotano inquietudine.

-Cazzo, cazzo, già me ne hanno fottuto cinque! - grida l’uomo-, bisognerebbe investirli con un tir questi merdosissimi investitori d’assalto!

La giovane si appoggia ad una poltroncina. Dà un pugno alla spalliera- Stamattina ti sei guardato? – chiede d’un fiato.

- Da chi? – domanda l’altro a sua volta, senza girarsi -. Da chi dovevo guardarmi? -

Da te! Ti sei guardato allo specchio?!-

Perché, se mi conosco? E poi a che serve? La reputazione ci precede rispetto all’immagine.-

Barbara si avvicina all’altro e gli tocca una spalla: -Sì, va bene, ma quando sei andato al cesso hai visto la tua faccia?

Il giovane si gira e fa una smorfia: - No, cioè sì, di sfuggita.

   - Tanto da non scartavetrarti la faccia, Carlo?

   - No, non mi sono soffermato - risponde l’altro. Riprende a cliccare sulla tastiera del pc: -A a me interessa molto di più la somiglianza interiore.

       Durante la pausa di silenzio che segue, la donna si abbandona su una pol-troncina .

   -Dove l’hai pescata, signorino?

   -Cosa?

   - La definizione ad effetto speciale della somiglianza interiore.

     - …L’ho pescata dentro di me, mi è venuta così.

     - Create your own world! – il tono di Barbara è canzonatorio. Traduce:- Generate il vostro mondo!

         L’altro digita come un pianista: - Nel tuo caso, create a noisy world! Un noioso mondo!

     - Sarò anche noiosa – risponde la ragazza, avvicinandosi all’altro. Gli prende il mento: - Ma con chi ho a che fare?... Guardami negli occhi, per favore!

     - Con chi vuole sapere cosa nascondono gli occhi delle persone. Poi la voce sfottente del giovane è un sibilo:- Tu lo sai?

       - Carlo, piantala!

       - Ooh, ma che hai?! Vuoi chattare fuori onda?

         - No, noo! Voglio parlare in realtà reale! – urla Barbara. Mette le mani sulle spalle del compagno: - In pelle, carne, ossa, sangue!

         - Capito, “Geronimo”!- ribatte l’altro scostandosi. Continua con espressione divertita: - Sono un paracadutista USA!

         - Dunque, ascoltami subito!

         - Frena…Metto in standby e vengo da te.

         - Dai, su- sussurra la giovane, accarezzando l’altro dolcemente-, vai in overdose e poi stai male.

         - Noo, non credo proprio. Anzi ci sto dentro di più.

         - Carlo, diventi il frullato di te stesso.

         - Grande, Barbara, la comparazione con una maionese che impazzisce! I miei anticorpi, comunque, girano a buon regime…Non ho mica il linfoma di hodgkin in progressione!

         - Sono le difese della personalità che cedono. Sembri un soggetto interrotto.

           - Il mio avatar è migliore di me.

           - No, no, vai sempre nelle stesse sabbie mobili! – ribatte la donna, scuotendo la testa. Prende un libro, si infervora: - Prima leggevi tanto, comunicavi meglio a pelle, a pancia, a cuore, a mente! Adesso ti incasini nelle prostrazioni all’interfaccia, nell’interattivo, nelle reti, nel mondo delle erezioni metalliche dei cyborg, nella virtualità del piffero e nelle ecoballe tecnologiche!

           - Datti una calmata, signora “Apocalypse now”, non mi spegnere.

           - Dove sono finiti i tuoi interessi per l’arte e la cultura?! Hai rimosso?! Cancellato?!

           - Ma no, no. Ho accantonato?

       Barbara siede a terra, con le mani sulle cosce: - Accantonato? Che significa?

           - Quello che ho detto.

           - Ho sentito, ma che significa?! Se la stupida non capisce, tirala fuori dalla confusione!

     L’uomo mette il computer in standby, congiunge le mani in atteggiamento da santone e ribatte in tono declamatorio: - ‘Confusione, sarà il mio epitaffio’ cantavano i King Crimson alla fine anni ’60…Cara mia, noi non eravamo ancora cresciuti come dei bambinetti rosei e paffutelli con una tartarughina in giardino.

             - Piantala con il fanatismo delle citazioni!

             - Ricevuto, donna, non andare in pallone…Accantonare uguale mettere da parte il mio primo io.

             - Ma come ti esprimi?!

             - Non ho trasmesso in chiaro?

             - No, Carlo, no, pulisci il concetto, Dio buono! Detergi!

             - Barbarella, vivo una seconda vita tramite un secondo io.

             - Eeh?!

             - E’ una condizione a termine. Quando esaurisco le risorse dei secondi, torno ai precedenti.

             - Ooh, ma stai scherzando, o vuoi pianificare la tua dissociazione?!

             - Niente affatto. Sono quello che decido di essere e non quello che tu vorresti che io sia.

       Pausa di silenzio. Il giovane riprende a digitare sulla tastiera, lei è stranita.      

Barbara continua con voce mesta, in ginocchio: - Rivedo la scena di un film. Una bambina su una grande nave che si affaccia sul parapetto e le cade in mare la bambola che ha nelle mani. Primo piano del suo faccino disperato…Io mi sento così.

             - Tu interpreti la bambina o la bambola?  

             - Io faccio il capitano della nave, vaffanculo!, ti trovo come clandestino e ti metto agli arresti! Stravaffanculo!

                 Lei esce. L’uomo canticchia la canzone del film “Pulp fiction”,“Girl, you ‘ll be a woman soon”, poi parla al monitor del suo pc:  

     - Lo so che lei mi tiene nella sua i box affettiva, le tempeste di Barbara non si chiamano Katrina…Beh, ora torniamo a virtualizzare…Apro un collegamento al mio Charlie… Hello, come balla la tua Amerique? E il vento lì a Seattle?...No, no, sto in errore, la città dei Pearl Jam è piovosa, le nuvole hanno vita facile con scarsi refoli…Dear Charlie, continua ad assorbire l’aria dell’oceano, sentila dentro i buchi del tuo virtual body…Sì?...hai colpito qualche stronza? Bene, Roger out! ...E allora festeggia il tuo shot con canard a l’orange de fer e veuve cliquot a la merde! Così devo mangiare io? Ride:- Ah, ah, ah, ma sì, sì, è difficile fregarti!... Mayday mayday, sto precipitando di gusto! Ah, ah, ah!... Bye, so long…Interrompe il collegamento, prende una bibita e beve:- Aoh, se solo potessi!…Mi infilerei nei cavi, entrerei nel corpo del pc, risucchierei il monitor…Amante copulatorio dai copiosi giga di sessuale memoria…Corpo ed anima wireless…Ascenderei in cielo meglio di quando sfioravo ruvide mani maschie in metropolitana… Quella fu soltanto una breve parentesi, mi fecero smettere a pugni e calci…Meno male, allora la mia vita stava diventando un ricettacolo di menzogne…

     Si alza ed esce.

 

 

 

                                


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